Game Boy

game boy

Per molti è stato solo un grosso mattoncino grigio (o beige) abbastanza ingombrante da tenere in mano con cui ammazzare il tempo mentre per altri nominarne solo il nome fa riaffiorare ricordi e un dolce senso di nostalgia.

il Game Boy è considerata una vera pietra miliare nel mondo dei videogiochi e delle console portatili e il suo successo è stato incredibile, con più di 118 milioni di console vendute è davvero una console portatile immensa

Nel corso della sua longeva presenza sul mercato (dal 1989 al 2003) ne sono state vendute milioni di unità in tutto il mondo e non era difficile avvistarne uno anche tra le mani dei più grandi. Ha spianato la strada per lo sviluppo delle più odierne piattaforme handheld e oggi è ancora apprezzato e ricercato da amatori e collezionisti del retro-gaming.

Indice

Un po’ di storia del Game Boy

Il Game Boy vede la luce in un momento cruciale per Nintendo: alla fine degli anni ’80 l’azienda aveva ottenuto un gran successo con la console casalinga Nintendo Entertainment System, conosciuta più comunemente col nome di NES, superando così i difficili anni di crisi che afflissero il mondo videoludico. Ma bisognava osare, bisognava spingersi e inventare qualcosa in più. Fu così che il dipendente Gunpei Yoko, assistito da Satoru Okada, ingegnere del settore ”Ricerca e Sviluppo” di Nintendo iniziarono a ad assemblare le idee per quella che doveva essere di una nuova console pensata per essere pratica e trasportabile.

Il Game Boy fu messo sul mercato giapponese il 21 aprile 1989 e in America il 31 luglio mentre in Europa si dovette attendere fino al 28 settembre dell’anno successivo. In principio, si sarebbe dovuto chiamare ”Dot Matrix Game”, tesi avvalorata dal seriale “DMG-01″ che accompagnava il retro della confezione della console e, in seguito, di alcune cartucce di gioco.

All’inizio gli impiegati della Nintendo non sembrarono prendere bene il nuovo ”nascituro” tanto da attribuirgli il nomignolo di ”DameGame”, un gioco di parole col termine giapponese ”dame” che significa ”senza speranza”.

Le statistiche di vendita diedero però ragione a Yokoi: il Game Boy, al suo lancio in Giappone, fece il tutto esaurito. Gunpei Yokoi continuò a lavorare al progetto ideando alcuni dei videogiochi più celebri per la piattaforma tra cui ”Metroid II” e ”Super Mario Land”.

La sua creazione invece riuscì ad affermarsi sul mercato video-ludico portatile possedendone l’enorme fetta dell’ 80% e sbaragliando anche la concorrenza, contro Atari che proponeva il suo Lynx e Sega con il suo Game Gear: le stime riportano che, fino al 2003, anno di interruzione della sua produzione, il Game Boy abbia venduto circa 118,69 milioni di unità in tutto il mondo insieme al suo upgrade Game Boy Color divenendo la terza console più venduta di tutti i tempi dopo la PlayStation 2 e il Nintendo DS.

 

Com’è fatto un Game Boy?

Vincolato dalla tecnologia e dagli strumenti allora disponibili, il mattoncino grigio lungi dall’essere un super computer. Il suo cuoricino era composto da un derivato del processore Z80 a 8-bit della Sharp personalizzato ad hoc per le prestazioni di gioco con una memoria di 8 KB (+ 1 KB video) e una velocità di clock di 2.2 Mhz, lo schermo a cristalli liquidi integrato a matrice a punti (da ciò il nome iniziale ”Dot Matrix Game”) misurava 43 mm x 46 mm ed era capace di mostrare i giochi in quattro tonalità di grigio con una risoluzione di 160 x 144 pixel mentre l’alimentazione era fornita da quattro pile AA.

Le periferiche presenti includevano un altoparlante da 10mW e un ingresso cuffie da 2mW, un LED per la segnalazione dello stato della batteria, una rotella per il controllo del volume posta sul lato destro insieme a una porta per il trasferimento dati per collegare il cavo Game Link e giocare in multiplayer.

Esteticamente, oltre al colore grigio, il Game Boy fu commercializzato in numerose finiture tra cui rosso, nero, giallo e verde.

I controlli principali includevano la pulsantiera direzionale nera, i tasti A e B rossi e i tasti SELECT e START grigio scuro. I fori per l’uscita degli altoparlanti erano posti in basso a destra formati da sei scanalature mentre il logo Nintendo in blu abbelliva la parte sottostante lo schermo accompagnando il nome della console.

L’hardware del Game Boy

Prcessore: Sharp LR35902 a 8 bit modificato derivato da Z80 CMOS (4.19MHz)
RAM: 8KB S-RAM interna
ROM: cartucce da 256 kB, 512 kB, 1 MB, 2 MB, 4 MB e 8 MB
Video RAM: 8 kB interna
Schermo: 66 mm diagonale
Colori: 4 – tonalità di grigio
Sprites: 40
Sprite Size: 8×16 o 8×8 pixels
Risoluzione: 160×144 pixels
Suono: 4 canali stereo. L’unità ha un solo speaker, ma l’uscita audio per le cuffie è stereo
Comunicazione: fino a 4 Game Boy collegabili tramite cavo
Alimentazione: 4 batterie tipo AA per circa 36 ore di gioco

I giochi più celebri del Game Boy

All’inizio i titoli a disposizione per divertirsi erano esigui ed non sempre rilasciati in tutto il mondo. Il primo in assoluto è stato ”Super Mario Land”, sviluppato dallo stesso Gunpei Yokoi, e doveva servire ad accompagnare la vendita della nuova piattaforma.

È stato il primo capitolo della saga del baffuto idraulico per una console portatile; il gioco, come molti suoi predecessori, era il classico in stile piattaforma a scorrimenti in cui Mario deve percorrere il regno di Sarasaland e salvare la Principessa Peach dalle grinfie del malvagio Tatanga.

Poco tempo dopo furono rilasciati anche ”Alleyway”, che consiste nel far rimbalzare una pallina su una tavoletta per rompere i vari blocchi, e ”Baseball”, giocabile in multigiocatore fino a un massimo di due. Quando in America fu introdotto ”Tetris”, il Game Boy fu commercializzato in un bundle: il gioco appassionò non solo i giovani ma anche gli adulti che si divertivano a risolvere i livelli incastrando gli intricati mattoncini.

Pian piano il successo del Game Boy divenne sempre maggiore anche grazie all’introduzione di numerose celebri saghe video-ludiche: ”Metroid II” e i titoli di ”Castlevania” erano le scelte immediate se si desiderava un gioco d’avventura a scorrimento mentre ”The Legend of Zelda” ha fatto la storia per quanto riguarda il genere del role-playing.

Le vendite della console conobbero cifre stellari nel 1996, quando la Nintendo, grazie all’innovativa idea di Satoshi Tajiri, lancia sul mercato i primi giochi dei Pokemon ”Rosso e Blu” (”Verde” in Giappone) che rivoluzionano la visione videoludica grazie all’idea di connessione tra amici per scambi e lotte per mezzo del Game Link e facendo del Game Boy un must-have degli anni ’90.